Qualche recensione

 

 

Enzo Carro canta Napoli all’Agricantus

Enzo Carro conquista il pubblico dell’Agricantus con la poesia e le tradizioni partenopee racchiuse nel suo spettacolo, “Napoli canta: da Caruso a Carosone”, un omaggio alla sua terra. Unico appuntamento, quello di ieri sera al Teatro CCP Agricantus, con uno dei cantori più interessanti e simpatici della contemporaneità, Enzo Carro, che porta sul palco di Palermo, nell’ambito della rassegna musicale del teatro di Via XX Settembre, il suo appassionato recital intitolato Napoli canta: da Caruso a Carosone, uno spettacolo semplice e genuino fatto principalmente di voce e chitarra, di racconti e nostalgia, di poesia e spensieratezza. Ad accompagnare l’artista partenopeo sul palco dell’Agricantus lo stimato chitarrista che in genere affianca Ernesto Maria Ponte nei suoi spettacoli comici, Toni Greco, musicista sopraffino dall’animo sensibile e dal talento irresistibile. Ma perché Caruso e Carosone? A spiegarlo al pubblico palermitano è proprio Enzo Carro che, con pazienza e passione, traduce rigo per rigo ogni brano da eseguire: il primo ha fatto conoscere la canzone napoletana nel mondo, mentre il secondo fu il promotore – o addirittura proprio l’inventore – della canzone napoletana moderna nata dopo il secondo conflitto mondiale. Con simpatia e trasporto si canta e si racconta, in questa serata all’Agricantus dedicata a Napoli: genesi e aneddoti di una città a tratti, forse, troppo lontana. E via con il celebre brano ‘A vucchella, il primo a essere inciso da Caruso, sino al travolgente Tu vuò fa’ l’americano e al quadro idilliaco dipinto in Reginella: brano dopo brano il pubblico dell’Agricantus è sempre più sciolto e partecipe, canterino, a tratti assorto, quasi contemplativo. Fino a una partecipazione attiva e sentita del pubblico con il brano Tarantella di zio Gennaro, scaramantica e liberatoria, che diverte e conquista definitivamente la sala palermitana. Immancabili grandi classici come la poetica Rondinella, l’intramontabile Caruso di Lucio Dalla, Malafemmina dell’immenso Totò e, ancora, la struggente Napule è di Pino Daniele. Omaggio ai grandi e ai piccoli, o semplicemente a quella Napoli tutta che proprio non si può non amare. E si continua in allegria con Tammurriata nera, ‘O surdato ‘nnammurato e Munasterio ‘e Santa Chiara. Impreziosiscono i momenti musicali i proverbi e gli aneddoti finemente raccontati da un Enzo Carro divenuto d’improvviso insegnante appassionato: mai traduzione ci è suonata più familiare, più vicina. Sono storie e melodie che raccontano i napoletani e la loro città, storie capaci di farci inconsapevolmente desiderare di esserci nati in quella Napoli, di far parte di quel repertorio di tradizioni e racconti, e ieri sera al Teatro Agricantus la voce di Enzo Carro ha creato una sorta di magia e per due ore circa la sua Napoli è sembrata un po’ anche nostra. Gran finale pieno di note e ancora simpatici aneddoti, il pubblico nostrano è ormai irrimediabilmente ubriaco di napoletanità e viene accontentato nella spasmodica richiesta di un bis, che da una sono diventate cinque canzoni in più. La serata si conclude con la meritata standing ovation a un artista che è riuscito, ancora una volta, a portare a Palermo tutta la bellezza di una Napoli adesso molto più vicina. - Silvia Buffa su www.palermo24h del 17 Settembre 2015

 

 

TUTTA L’ARTE DI CARRO

Napoli spiegata e spiegazzata

In scena (al Teatro di Limosa di Spigno Saturnia – LT) tutte le sfumature dell’artista partenopeo dotato di una preparazione artistica a tutto tondo che lo rende versatile, un vero «animale» da palcoscenico. In una sola serata lo vedremo esibirsi come cantante, macchiettista, attore, musicista. Per sottofondo il repertorio popolare: tarantelle, fronne, tammurriate… mescolate alla musica alta: frottole, villanelle, arie tratte da opere buffe. Viene con sé come il tono dello spettacolo non risulti mai piatto. Infatti, la musica e le parti recitate sono inframmezzate da aneddoti e curiosità sui brani e sugli artisti a cui fa riferimento lo spettacolo. Questa influenza di generi artistici si traduce in un recital caratterizzato da un’ampia galleria di personaggi esilaranti che animano differenti storie. I vicoli di Napoli sono lo scenario imprescindibile dove agiscono uomini e donne, veri modelli della napoletanità. Ecco, allora, il guappo, lo scugnizzo, lo sciupafemmine, senza tralasciare naturalmente i nomi che hanno reso celebre la città nel mondo: Totò, Caruso, Taranto. - Michela Coluzzi su “Latina oggi” del 23 Ottobre 2008

 

 

OMAGGIO A MUROLO E MODUGNO

Agricantus: successo per Enzo Carro

Vito Meccio, direttore dell’Agricantus (…) ha voluto portare nella nostra città un cantante singolare con caratteristiche non comuni e con un repertorio che ha fatto impazzire, sognare e vivere intensamente il foltissimo pubblico che sedeva in platea o ai tavoli. Enzo Carro, cantante tosco-napoletano, noto anche all’estero, si è dedicato al varietà, all’avanspettacolo, guardando anche alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, in particolare a Roberto De Simone, provenendo dal canto lirico e fornito di chitarra, di verve e voce tenorile. Carro ha dedicato lo spettacolo a Murolo e Modugno eseguendo le canzoni più note inframezzate da aneddoti, curiosità e battute. Abbiamo ascoltato il fascino di brani come “’A casciaforte”, “Piscatore ‘e Pusilleco”, “Core ‘ngrato”, “Resta cu mme”, “U pisci spada”, “Io, mammeta e tu”, “Vecchio frac” e altri capolavori che spaziano dal repertorio verista e di Bovio. Il pubblico, a fine serata, non voleva andar via e Carro ha dovuto fare, a richiesta, circa mezz’ora di fuori programma, che si è concluso con una magistrale interpretazione di “’E spingule francese”. - Antonio Giordano su "La Sicilia" del 10 Agosto 2005

 

 

ARTISTA NAPOLETANO DI SUCCESSO

E nella sera di "Marenia" un… Carro di applausi

(…) Uno spettacolo veramente gradevole è stato quello di Enzo Carro con il suo "Napoli spiegata e spiegazzata" che ha intrattenuto piacevolmente la piazza con una serie di canzoni napoletane, intelligentemente "tradotte in italiano". Carro, cantautore quarantenne, ha spiegato in maniera simpatica e nuova al tempo stesso, la storia della canzone napoletana da Bovio e Caruso ai giorni nostri con proprietà di linguaggio e con una "napoletanità" accattivante e di grande simpatia. Un artista veramente bravo, lungamente applaudito e "costretto" a concedere più bis. (…) - Sergio Paradossi su "Il Tirreno" del 9 Luglio 1998

 

 

CANZONI POPOLARI/NAPOLI

La passione di Enzo Carro trascina i fan al Parterre

FIRENZE - Quando la musica sgorga fresca dalla sorgente dell'anima scatena sensazioni irripetibili. Talvolta accade anche l'impossibile diviene realtà. Così Enzo Carro, ottimo tenore, è riuscito in poche settimane a mettere in scena uno spettacolo di canti popolareschi avvalendosi del supporto dei Bizantina, un gruppo di musicisti che non si erano mai avvicinati a questo genere di realtà musicale. Ma non si sono lasciati sfuggire l'occasione e lo hanno fatto nella maniera migliore: diffondendo il loro entusiasmo. Al ritmo saltellante della tarantella napoletana (la tammurriata) hanno regalato un brivido alla platea del Parterre, trascinando in un caloroso applauso anche i più refrattari. Lo spettacolo si è susseguito in un'altalena di emozioni grazie anche alle preziose incursioni culturali che Enzo Carro è riuscito abilmente ad amalgamare tra un brano e l'altro. Passando in rassegna Pizzica minore e Canto allo scugnizzo di Eugenio Bennato, Canzone delle sei sorelle ed altre, il gruppo ha offerto con generosità uno spaccato di musica popolare napoletana. (…) - Ilaria Ulivelli su "La Nazione" del 13 Luglio 1995

 

 

PUNTO D'INCONTRO

The Italian Brass a Caltagirone

(…) Ben altro spirito ha animato il recital di Enzo Carro, uno di quei napoletani "veraci" che sanno dare alla loro arte un'impronta personalissima che li fa protagonisti senza volerlo in un dualismo fra intrattenimento e canto. Nel caso di Enzo Carro il suo recital ha avuto valenza culturale offrendosi al pubblico, che ne ha seguito interessato e divertito il processo espositivo, come una "tranche de vie" della Napoli canora nel corso dei secoli, dalla "frottola" del '400 del Sannazzaro alla "villanella" del '500 dello Sbruffapappa, al "canto popolare" secentesco di Salvator Rosa, via via fino all'800 in cui la canzone di questa "Straordinaria Napoli" s'impone come genere a sé, segnato da melodie immortali, di cui il Carro ha offerto genesi e sviluppo con una comunicativa briosa e travolgente, che s'è portata dietro gli applausi del pubblico. - Giuseppe Di Bella su "La Sicilia" del 26 Luglio 1996

 

 

Sulla scena del teatro dell'università statale di Mosca

si è inaugurato un Mini - Festival

Il 10 agosto, sulla scena del teatro studentesco del MGU, si è inaugurato il festival "Gli Italiani in Russia". Gli "Italiani" sono stati rappresentati da due gruppi teatrali: da Napoli "CTS e Juvenilia" e da Milano "Il centro dell'attore" diretto da R. Gordon e da H. Cerantes Cristal, invitati dal teatro del MGU e dal "Centro della recitazione dell'attore", diretto da Olieg Budancov. Una coincidenza quasi casuale di interessi dei nostri due gruppi ha generato l'idea di effettuare questo originale Mini - Festival. Il suo cartellone comprende in tutto due spettacoli: "'Na festa 'e piazza" (autore e regista Guido Barone) e "Aspettando il nemico" (autore della regia H. Cerantes Cristal). Ed ecco come si è svolto l'evento. Lo spettacolo "'Na festa 'e piazza", presentato una sola volta, ci ha divertito e - come si dice - ha prodotto una "certa impressione". In particolare grazie al talento del solista della compagnia "Enzo Carro" che ha una gran bella voce da tenore, "Proprio come Pavarotti" ha notato con entusiasmo Eugenij Slavutin, il direttore artistico del teatro MGU. (…) - Elena Slobodcikova su "Club serale" del 12 Agosto 1993

 

 

ARMONIE FRA ARNO E POSILLIPO

Un viaggio dai café chantant alla tradizione toscana

FIRENZE - Enzo Carro e Lisetta Luchini hanno portato sulle scene lo spettacolo "Café olé" in cui i due artisti propongono al pubblico il genere del café chantant. Enzo è cantante di adozione fiorentina, nasce, infatti, a Napoli e proprio dalla sua passione per la musica del suo paese natale è scaturito anche l'interesse per i canti toscani: "Sono napoletano - racconta Carro - ma sono rimasto affascinato dalla vostra cultura che, purtroppo, è poco seguita ma che non ha nulla da invidiare a quella partenopea. Comunque, dopo l'esterofilia che ha fatto cadere nell'oblio i canti popolari, la situazione sta cambiando e sembra ritornare interesse per questo genere." Presto a Firenze Enzo Carro si esibirà insieme a due comici, Giovanni Lepri e Fabrizio Mati, in un varietà dagli ingredienti fiorentini e partenopei: "Già lo avevano fatto Troisi e Benigni ed era andato stupendamente. Napoletani e fiorentini, lo dicono in tanti, hanno una propensione per la poesia e il canto." Enzo Carro collabora inoltre col "Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane" che organizza in questi giorni una serie di incontri sul vernacolo fiorentino nel teatro del Novecento e su come si impara il canto popolare. (…) - Eleonora Tanturli su "Il Corriere" del 16 Aprile 2000

 

 

E un libro racconta l'eredità canora di Partenope

Non è l'ennesimo libro sulla canzone napoletana classica, ma uno studio sulle forme canore partenopee dalla tammurriata all'onda neomelodica e agli Almamegretta. L'autore di "L'eredità di Partenope" (Edizioni Simeoli, pagg. 125), Enzo Carro, cantante, attore, autore e musicista evita la solita aneddotica e fornisce esempi musicali e testuali di ogni genere esaminato, dalle tarantelle alle canzoni di giacca, dall'opera buffa a Bovio e Di Giacomo. (…) - Federico Vacalebre su "Il Mattino" del 19 Febbraio 2002

 

 

Quando il canto della sirena Partenope

partiva dalle campagne giuglianesi

Attore, cantante, ma soprattutto studioso attento della canzone napoletana. Tutto questo è Enzo Carro, l'eclettico artista partenopeo da molti anni trasferitosi a Firenze. (…) Il suo ultimo libro "L'eredità di Partenope" è un elegante volume nel quale ripercorre la secolare storia della canzone napoletana, dalle prime melodie sino a noi, alle composizioni e agli interpreti della cosiddetta scuola "neomelodica". (…) L'autore, ripercorrendo la storia della Tammurriata, ha dedicato ampio spazio ad una misconosciuta variante giuglianese di questo ballo. (…) Accanto ad una sezione dedicata al contributo alla canzone napoletana del Pentamerone di G. B. Basile, il grande scrittore nato e morto a Giugliano, tra le pagine del bel volume pubblicato dall'editore Simeoli, trovano spazio anche altri personaggi del passato giuglianese, tra cui Eugenio Cucciariello. (…) Molto forte, quindi, emerge il legame tra la città e i destini della canzone partenopea e forse proprio questo ha spinto Enzo Carro a ritornare a Giugliano. Perché di ritorno si tratta, dal momento che lo scorso giugno fu protagonista di un eccezionale concerto nel cortile del Palazzo Ex Eca, durante il quale, accompagnato dalla sua chitarra, ripercorse quel viaggio tra musica e parole che il suo libro ora affronta. - Tiziana Affinito su "Il Notiziario del giuglianese" del 29 Ottobre 2002

 

 

Il Monte di Dio

Enzo Carro, valente artista partenopeo, ha compiuto un'impresa da titani: è riuscito a scrivere un libro sulla storia della musica napoletana in grado d'incuriosire (e soprattutto di non far addormentare) chi di musica non sa un fico secco (ma almeno la ascolta) e chi di musica vive e riesce magari a tirarci fuori la pagnotta quotidiana. Un'impresa da titani perché calarsi nei panni di un Piero Angela della musica (e riuscirvi) non è da tutti, poi su un tema vecchio di almeno 3000 anni, sul quale sono stati versati fiumi d'inchiostro e suonati miliardi di ore di canzoni e romanze. L'eredità di Partenope - Il cammino del canto napoletano dagli antichi rapsodi ai moderni neomelodici è il titolo del libro che Enzo ha pubblicato per i tipi della Simeoli, una piccola casa editrice napoletana. Si tratta essenzialmente, come riporta lo stesso autore nella premessa, di una raccolta di dati e informazioni sul cammino del canto nella città più canora del Mondo, ricco di immagini storiche, di testi e di musica (notazione), con un percorso in senso cronologico e diverse interessanti divagazioni sul tema. La musica è molto, ma molto difficile divulgarla a basso livello; difficilissimo farla capire senza farla ascoltare e senza far addormentare qualcuno appunto... Al contrario Enzo, grazie alle sue curiose divagazioni, riesce a non annoiare e a tenere inchiodato il lettore, facendolo entrare non solo nella musica, ma in una cultura millenaria, nonostante tratti spesso argomenti già conosciuti o, peggio ancora, noiosi. Col suo stile semplice e discorsivo, che Enzo Carro usa anche nei suoi spettacoli, conquista piano piano il lettore, conducendolo per mano, ma anche lasciandolo spesso anche da solo, a gustare ciò che un attimo prima ha detto, aprendo squarci mozzafiato nell'oscurità del passato. Di tutte le classificazioni editoriali, L'eredità di Partenope appartiene a quei libri che possono essere considerati utili, vere e proprie rarità in un mondo editoriale che va dietro ai gusti e alle mode televisive, e in cui i premi letterari non sono più indice di campioni di vendite. Utile non nel senso riduttivo di un semplice manuale, intendiamoci, ma è un libro che va tenuto a portata di mano, da utilizzare quando si ha un dubbio, quando si ha bisogno di una risposta. Lo può usare il semplice appassionato o l'insegnate di musica che voglia tenere qualche lezione sulla musica napoletana; il giovane musicista che vuole approfondire la materia o il veterano che cerca qualche ispirazione in più. Con L'eredità di Partenope offrirete cibo alla curiosità della vostra mente affamata, non si impara a "fare", ma a renderci conto di quanto sia profonda la nostra cultura popolare, di quanta brutta musica-business potremmo fare a meno e infine di quanta poca sia la nostra personale cultura musicale, realtà vergognosa per i cittadini della patria del bel canto, come amano definire all'estero l'Italia. - Stefano Cavallini su www.habanera.it - 31 marzo 2004

 

 

Napoli spiegata e spiegazzata

Enzo Carro, voce calda. Occhi nerissimi. Piega delle labbra… decisamente volte al sorriso. Un professionista napoletano trapiantato a Firenze, appassionato cultore e ricercatore di canti popolari, esperto sia di musica "colta" che "popolare", trasporta il pubblico nella galleria dei personaggi esilaranti cui dà vita senza lasciare il tempo per pensare. Ogni tocco della chitarra partorisce una storia, ogni vocalizzo crea un personaggio di cui ci si innamora e si fa di tutto per non farlo congedare. - Andrea Kaemmerle su "Utopia del Buongusto" del 15 Maggio 2003

 

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Enzo Carro - Tel. 339/1918246 info@enzocarro.it