San Gennaro: un Santo di Serie A
La storia del Santo Protettore di Napoli raccontata ai
ragazzi
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Youcanprint Edizioni - 2025 91 pagine in
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Testo adatto per gli studenti delle
scuole secondarie di primo grado (le vecchie “scuole medie inferiori”) SINOSSI I santi non sono
un tipo particolare di angeli o di divinità, ma delle semplici persone
(proprio come ognuno di noi) che però hanno dedicato la loro vita ad aiutare
gli altri e a migliorare spiritualmente sé stesse. Per tale
motivo sono degne di ammirazione, di venerazione e... sono da imitare! San Gennaro
- il Santo Protettore della nostra stupenda città - è uno di questi. Purtroppo la
società e la cultura stanno cambiando, così come anche i concetti di
spiritualità e di religione: per i nostri genitori erano il pane quotidiano,
mentre nei pensieri dei nostri figli sembra quasi che siano del tutto
scomparsi. Quindi,
qualcuno si chiederà se abbia ancora senso fargli conoscere la storia dei
santi, le loro gesta, i loro sacrifici. «A cosa servirebbe? Cosa potrebbe mai
insegnargli, visto che i “vip” che i giovani ammirano e tendono più a imitare
ormai sono solo i vari influencer, opinionisti o life coach che imperversano
sui social?» Beh, a parte
il fatto che solo raramente questi personaggi approfondiscono temi spirituali
o religiosi, probabilmente non sacrificherebbero mai la propria vita per un
ideale o per una giusta causa. Ovviamente
ciò non significa che “imitare un santo” sia un invito a immolarsi, ma
certamente è un suggerimento a “imitarne la forza d’animo”, perché potrebbe
rivelarsi necessaria un domani, quando, in un momento di profondo sconforto,
il nostro ragazzo si ritroverà a chiedersi: «Chi sono io? Cos’è la vita? Che
senso ha tutto ciò? Vale la pena continuare a vivere?» E chissà, in
quel momento potrebbe decidere di cambiare atteggiamento e dare un nuovo
senso alla propria esistenza. E quindi diventare una persona di valore, se
non addirittura un eroe o un santo. Infatti, i
ragazzi che hanno già letto questo simpatico racconto hanno riferito che
oltre all’aver imparato tante cose e all’essersi entusiasmati per le varie
avventure e disavventure capitate al nostro “Gennarino”… nella mente gli è
rimasto ben impresso un semplice, ma importante insegnamento: «Vale sempre,
sempre, sempre la pena lottare per un ideale, per una giusta causa o per
vedere realizzati i propri sogni!» INTRODUZIONE (pag.
5) Ciao
ragazzi, sapete chi è San Gennaro? È il Santo Patrono di Napoli, è il Santo
che protegge la nostra bellissima città! Beh,
vi voglio raccontare la sua storia, che ebbe inizio nel III secolo dopo
Cristo, ma prima di farlo mi sembra giusto che sappiate che a quei tempi la
vita degli uomini non aveva il valore che ha oggigiorno, anzi… le persone si
ammazzavano per un nonnulla. Bastava un piccolo disaccordo che ci scappava il
morto. Riguardo
ai cristiani poi… non ne parliamo proprio. Figuratevi che a causa di una
legge assurda divennero improvvisamente così mal visti, così quasi odiati,
che se a qualcuno per strada gli veniva in testa di parlare di Gesù correva
il rischio di essere subito gettato in prigione. Ma
la cosa più brutta era che quando un giudice emetteva una condanna a morte…
ordinava che fosse trascinato nell’anfiteatro (che era una specie di stadio
di calcio in cui però non si giocava a calcio) e che fosse sbranato dagli
animali feroci, mentre tutto il popolo si godeva lo spettacolo
entusiasmandosi dalle gradinate. Quindi,
con questa premessa, qualcuno di voi penserà: «Ma chi la vuole leggere questa
storia! Non sono mica matto! Non ci penso nemmeno! È così triste che
sicuramente metterà tristezza anche a me!» E
io, invece, vi posso garantire che vi entusiasmerà! Sapete
perché? Perché ogni storia che si rispetti insegna sempre che l’eroe – prima
di diventare un eroe degno di tale nome – deve sempre, sempre, sempre
incontrare ostacoli e deve superarli. E più ostacoli ci sono e più sono
difficili da superare… più diventa per noi un eroe da uguagliare, più diventa
un maestro da seguire. Solo
così potremo anche noi un giorno diventare degli eroi: non certamente
scappando dagli ostacoli che troveremo sulla nostra strada, ma affrontandoli
con coraggio e determinazione. E
scoprirete che San Gennaro era un vero e proprio Eroe con la “E” maiuscola. Non
ci credete? Beh, vedere per credere! Anzi
no, leggere per credere! LE FRUSTATE (pag. 25) Mentre la folla impaurita si faceva da
parte, le due guardie lo presero e iniziarono a frustarlo. E mentre lo
facevano, Draconzio gli ripeteva con tanta cattiveria: «Giura che rinneghi la
tua religione! Giura che non lo fai più!» Ma il vescovo Gennaro, invece di
lamentarsi e contorcersi, rideva a crepapelle. E più lo frustavano più
rideva: «Sì! Mi piace questo gioco! Ah! Ah! Ah! È bellissimo! Continuate! Ah!
Ah! Ah!» Figuratevi che addirittura prese una
frusta e iniziò a frustarsi da solo. Le guardie, nel vederlo così felice,
non riuscivano a crederci: «Come è possibile? Non solo non riusciamo a
procurargli dolore, ma addirittura gli piace essere frustato!?» E quale fu la reazione di Draconzio?
Beh, quella cosa lo fece irritare così tanto che urlò: «Gettatelo nella
fornace ardente! Il fuoco gli farà cambiare idea!» LA FORNACE (pag. 27) Qualcuno di voi si chiederà: «Che
cos’è la fornace?» Beh… la fornace è una piccola casetta in muratura dove si
cuociono i mattoni. È una specie di forno a legna per il pane, ma molto più
grande, è così grande che può contenere diverse persone in piedi. Ma ritorniamo al nostro vescovo
Gennaro. Le guardie lo trascinarono fino a una
fornace non lontana dalla piazza. Ovviamente tutta la folla li seguì. Giunti alla fornace lo spinsero dentro
e ne sbarrarono l’apertura con una grande pietra, affinché non riuscisse a
scappare. E mentre dalle aperture si
intravedevano molte fiamme, Draconzio, le guardie e gli altri pagani che
erano lì presenti, pensando di aver vinto sui cristiani, esultavano con
gioia. E ridendo e cantando improvvisarono un
ballo scatenato: «Yeah! Sììì! Viva! Yeah! Sììì! Viva!» Alla fine del ballo le guardie
aprirono la porta della fornace, ma invece di trovare un corpo carbonizzato
trovarono il vescovo Gennaro tranquillamente e beatamente seduto sui carboni
ardenti, e con i vestiti completamente intatti. E mentre se ne usciva della fornace
sano e salvo… le fiamme – quasi come diavoli infuriati – saltarono fuori e
aggredirono Draconzio, le guardie e i pagani che erano venuti ad assistere a
quell’orribile spettacolo, facendoli urlare dal dolore e dalla paura: «Ahi!
Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!» Allora il giudice, ancora più incollerito e
più rosso in viso di prima, gridò con tutto il fiato che aveva in gola: «Che
subisca la tortura dell’eculeo!» Che cos’è l’eculeo?... Enzo Carro - Tel. 339/1918246 info@enzocarro.it |